Arrivano per loro. Proprio per loro, non per quello che fanno o dicono. Basta quello che sono: le spose di maggio. Sbagliato immaginare che siano “le spose più spose”. Alle spose di maggio si vuole bene. Mito, fiaba, storytelling come direbbe l’ultimo degli influencer sulla faccia del web con una prerogativa: fiori e sguardi, sguardi e fiori. Son più profumati, le navate di una chiesa più belle, una sala consiliare più tirata a lucido. Lì incastonate, le spose di maggio, sotto media o sopra la media, in tutta franchezza non è una questione statistica. Si tratta pur sempre di un “per sempre” delicato, consapevole, in un sottovoce emozionato. In qualche caso, baritonale. Le spose di maggio quel che promettono lo cercano di mantenere. Ovunque, comunque. Arrivano tutti per loro per vedere come vanno incontro all’amore, con quel passo bello da sentire, sotto un cielo che il vento diverte a squassare donando patemi per rinfreschi e pranzi di nozze. Dovrebbero arrivare a momenti. Sin dai loro occhi, improvvisamente, c’accorgiamo delle spose di maggio. Proprio bello incontrarle. Trattengono il respiro, stringono un fiore. Donne e spose di maggio.